Tre Santi vengono mandati sulla Terra per dissuadere Giosuè, un giovanotto con poteri soprannaturali, dal fare miracoli e salvare i condomini dello stabile di Via Trucis dallo sfratto intimato dal Ragionier Giuda.
Basterebbe questo incipit biblico per capire perché Miracoloni di Francesco Massaro sia stato promosso d’ufficio nella categoria degli Scult all’Italiana. Una parodia cristologico-borgatara talmente folle, volutamente volgare e sguaiata da guadagnarsi il rispetto soltanto di chi apprezza il coraggio di essere, con affettuosa spudoratezza, dissacrante. Un approccio che lo avvicina al precedente Il pap’occhio di Renzo Arbore, anche se qui manca il tocco irriverente che rendeva quel film più blasfemo. Quella di Miracoloni è più simile a una farsa desolante, dove si salvano solo lo spirito anticonformista di un’Ania Pieroni dal gusto quasi “wilderiano” e la strappante simpatia di Mauro Di Francesco. Entrambi sembrano orbi che, in una Terra di ciechi, riescono almeno a distinguere le ombre.