Il nostro giudizio

Un film capace di rappresentare una condizione di degrado culturale con la massima verosimiglianza possibile. La mano del regista sfugge soltanto quando affronta con uno spirito troppo indulgente l'apertura della Chiesa al mondo moderno.

Cuori puri, di Roberto De Paolis

Opera prima di Roberto De Paolis, regista e fotografo romano, fresco di studi alla London Film School, si autoproduce il suo primo lungometraggio dopo due corti entrambi presentati a Venezia. Cuori puri è stato selezionato per la Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2017. De Paolis è stato candidato come miglior regista esordiente al David di Donatello.

TRAMA

Agnese è una ragazza di diciotto anni, cresciuta con una madre molto cattolica, frequenta la parrocchia e ha scelto di mantenere la sua verginità fino al matrimonio. Stefano è un ragazzo di venticinque anni dal passato turbolento, che lavora come custode in un parcheggio di un centro commerciale vicino ad un grande campo rom. Agnese e Stefano, seppur diametralmente opposti, si innamoreranno e il loro crescente sentimento li metterà di fronte a scelte difficili.

RECENSIONE

Quello di Roberto De Paolis è un debutto cinematografico profondamente realistico. Stefano rincorre Agnese, ed è l’inizio di una storia complicata. In Cuori puri non c’è spazio per il politically correct, e viene mostrata una realtà dove i rom sono cattivi e la gente viene sfrattata perchè indietro con le bollette. Il regista romano avvicina il suo debutto a quello di Alice Rohrwacher con Corpo Celeste (2011), in quanto entrambi capaci di rappresentare una condizione di degrado culturale con la massima verosimiglianza possibile.

Scritto a più mani dallo stesso regista Roberto De Paolis assieme agli sceneggiatori Luca Infascelli, Carlo Salsa e Greta Scicchitano, Cuori puri parla con autenticità di individui intrappolati in prigioni metaforiche. Agnese vive confinata in un’opprimente libertà, mentre Stefano si scontra tutti i giorni con un destino di criminalità e precarietà. La mano del regista sfugge soltanto quando affronta con uno spirito troppo indulgente l’apertura della Chiesa al mondo moderno. Straordinaria l’interpretazione di Selene Caramazza e Simone Liberati.

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Un film capace di rappresentare una condizione di degrado culturale con la massima verosimiglianza possibile. La mano del regista sfugge soltanto quando affronta con uno spirito troppo indulgente l'apertura della Chiesa al mondo moderno.Cuori puri, di Roberto De Paolis