Un film del 2017 di Mike Van Diem. Con Ksenia Solo, Giancarlo Giannini, Gijs Naber, Donatella Finocchiaro, Lidia Vitale.
Tulipani, amore, onore e una bicicletta è un progetto che nasce sotto la regia di Marleen Gorris, regista olandese premio Oscar nel 1996 con L’albero di Antonia, che ha dovuto abbandonare il set per problemi di salute poche settimane dopo l’inizio delle riprese. Un anno dopo viene deciso di passare il testimone ad un altro premio Oscar olandese, Mike Van Diem, e il progetto si sviluppa in coproduzione tra la Draka Film, casa di produzione di Giovinazzo e l’olandese Fatt productions. Il film è stato girato con il sostegno della fondazione Apulia Film e il Ministero dei beni e delle attività culturali e l’importante fondo europeo Eurimages.
Anna, giovane e solitaria ragazza canadese deve recarsi in Puglia per esaudire l’ultimo desiderio della defunta madre: disperdere le ceneri nei luoghi dove è cresciuta. A destinazione la giovane ragazza, ascoltando i racconti della gente del posto, scoprirà la verità sulle sue origini e l’identità del padre che non ha mai conosciuto.
Il regista Mike Van Diem, premio Oscar nel 1997 con Character – Bastardo eccellente, ci delizia con la sua capacità di raccontare le storie attraverso i flashback, regalandoci un incantevole affresco della nostra Puglia colorata di tulipani. Meno cupo rispetto ai suoi lavori precedenti, Tulipani, onore, amore e una bicicletta si presenta fin dalle prime immagini come un film colorato e con toni da commedia. La fotografia è curata dal giovane fotografo ritrattista olandese Luc Brefeld, alla sua prima esperienza nel cinema. Solito nello sperimentare il nero in tutte le sue forme, qui Brefeld scatena una esplosione di colori donando un look favoleggiante alla pellicola.
Tulipani, onore, amore e una bicicletta è un film attuale che parla di radici e accoglienza, denunciando i soprusi delle mafie del sud. Una pellicola che denuncia attraverso la leggerezza della narrazione i grandi problemi della nostra società: la sottomissione ai potenti, l’estorsione, l’omertà e le paure di una popolazione sola ed emarginata.
L’attore olandese Gijs Naber giganteggia nel ruolo di Gauke grazie alla sua statura e alla sua bravura. Un Cristo in missione, che si sacrifica, travolto da speranza e sofferenza, per la gente che lo ha accolto e salvato dando lui una possibilità. Gauke è l’uomo dei miracoli, che percorre duemila chilometri in cinque giorni in sella alla sua bicicletta, capace di stendere dodici uomini come il supereroe di un fumetto e di far sbocciare distese di tulipani in una notte. Un personaggio da parabola, primitivo e poetico, che non ha paura di niente perchè, parafrasando una sua frase, la paura del popolo è la ricchezza dei prepotenti. Naber non è l’unico a sentirsi a proprio agio nella pellicola. Tutti gli attori contribuiscono a creare un effetto empatico travolgente e fiabesco. Giancarlo Giannini recita, quasi divertito, il ruolo dell’ispettore Catarella che deve risolvere il caso dell’esplosione avvenuta in una grotta del paese. Giorgio Pasotti, nel ruolo del fabbro, è simbolo di resistenza e di lotta e la giovane canadese Ksenia Solo, che interpreta Anna, è la perfetta apri pista di questa storia.
Un film leggero che sa anche vestirsi di morte e che scorre senza intoppi se non con l’unico difetto di svelarsi un pò troppo fin dall’inizio. Van Diem tratteggia un film ironico e delizioso, sospeso tra l’amore, il sogno e la favola. Una lezione di scrittura che ci ricorda quanto la narrazione sia alla base della buona cinematografia. Una riflessione poetica sulla mafia che si traduce in immagini oniriche ma delicate e che rispetta a pieno la definizione di arte come mezzo utile a far riflettere.
La pellicola è uscita nel 2017 in Olanda riscuotendo un successo inaspettato, tanto da entrare nella lista delle pellicole che avrebbero dovuto rappresentare il paese per l’Oscar al miglior film straniero e una sorprendente accoglienza da parte del pubblico al Toronto Film Festival. Esce nelle sale italiane con due anni di ritardo incassando al Box Office solo 9,3 mila euro.
Articolo di Matteo Di Maria